Il programma mi piace molto e lo seguo sempre. Mio marito – che ha fatto un apprendistato di cuoco – mi aveva già detto più volte che avrei dovuto partecipare. Ma io ho sempre risposto che sarebbe stato meglio se in cucina ci fosse andato lui, mentre io mi sarei messa volentieri a tavola con le altre contadine. Poi la SRF mi ha chiesto di partecipare. Mi sono detta che ce l’avrei fatta. Ora so per esperienza che le partecipanti sono di due tipi. Da un lato le vere appassionate di cucina, e dall’altro le contadine alle quali la SRF si rivolge più che altro perché ha in vista reportage un po’ particolari. Io faccio certamente parte del secondo gruppo.
No no, faccio quasi tutto io. Però per me i preparativi non devono andare per le lunghe, il pranzo deve essere in tavola entro 30 minuti. E poi di solito cucino seguendo una ricetta, non sono una cuoca molto creativa.
Certo, e me ne occupo molto volentieri! Mi piace il contatto con gli altri e adoro prendermi cura dei mei ospiti. Ecco perché nella nostra azienda mi occupo soprattutto del settore para-agricolo.
Un vero paradiso: la famiglia Berger si ritiene fortunata di vivere in un luogo così incantevole ed è felice di condividerlo con gli ospiti che vi trascorrono le vacanze o vi organizzano il banchetto di nozze (foto: Oliver Kirstein).
È il nome che diamo a tutto quanto concerne l’accoglienza dei clienti ai quali affittiamo camere, piazzuole per i camper o per le tende oppure il dormitorio, destinato soprattutto a scolaresche. E qui nella nostra azienda organizziamo anche eventi come matrimoni, compleanni o feste aziendali. Queste sono le attività che preferisco.
Mio marito, ovviamente. O, per lo meno, è lui che si occupa del lesso, in inverno. Per il resto, proponiamo vassoi di carne e salumi del nostro bestiame Hereford, accompagnati da insalate varie. Oppure ci rivolgiamo al nostro macellaio, che offre anche un servizio di catering.
Per mio marito è sempre stato chiaro che qui nell’azienda ci sarebbe stato bestiame. Roland è cresciuto con una mandria di vacche da latte, ma in seguito i suoi genitori si sono concentrati sulla campicoltura e sulla para-agricoltura. Quando ha rilevato l’azienda, desiderava appunto tornare al bestiame. E visto che le vacche madri, che non devono essere munte due volte al giorno a orari fissi, si possono gestire in modo più flessibile, abbiamo deciso di optare per la razza Hereford.
L’erba dei prati, così importante nella rotazione tra un seminativo e l’altro per mantenere la fertilità del suolo, non è persa, bensì trasformata dalla mandria di vacche madri (foto messa gentilmente a disposizione).
Le Hereford hanno un buon carattere e un temperamento piuttosto calmo. Inoltre, nascono prive di corna. Criteri importanti per noi, dato che qui nell’azienda ci sono sovente ospiti e vorremmo evitare incidenti.
Certo! Siamo molto soddisfatti.
Abbiamo 18.5 ettari di terreno, quindi siamo un’azienda piuttosto piccola e dobbiamo riuscire a garantirci un reddito sufficiente anche in futuro. Inoltre, la normativa concernente l’utilizzazione di pesticidi nella campicoltura diventa sempre più severa.
È una produzione più naturale, nella quale la salute del terreno svolge un ruolo capitale. Oggi Roland non è più obbligato a gestire le colture secondo determinate «ricette» e applicando sostanze a titolo preventivo; nell’agricoltura biologica, infatti, bisogna essere in grado di «leggere» le colture e tenere conto degli influssi dell’ambiente circostante per decidere poi a breve termine quali sono le misure appropriate.
No, la questione non va presa così. L’agricoltura biologica è semplicemente diversa. Ad esempio, per tenere sotto controllo le erbacce, ora nei campi di mais devi passare con una sarchiatrice, mentre in passato ti limitavi ad applicare un erbicida. Per quanto riguarda gli animali, invece, le differenze sono quasi impercettibili.
Nell’avvicendamento delle colture, è fondamentale per mantenere il suolo in buono stato. In fin dei conti è sempre stato così, ma ora, con l’agricoltura biologica, è ancora più importante. In questo modo, l’erba seminata tra una coltura e l’altra per rigenerare il terreno non va persa, ma è trasformata dalle vacche madri in carne pregiata, carne che poi noi mettiamo direttamente in vendita oppure proponiamo nel menu dei nostri banchetti. Ma non solo: le vacche madri ci danno naturalmente anche molta gioia.
Se tutto andrà come deve, il pubblico della WEGA potrà ammirare la nostra Leonie con la sua vitellina Lea.
Il pubblico della WEGA potrà ammirare anche una delle Hereford di Conny e Roland con la sua vitellina (foto: Ueli Christoffel / SRF)
Esporre animali è sempre una cosa po’ particolare, legata a numerose incertezze. Ma abbiamo già presentato animali alla WEGA due anni fa, conosciamo il responsabile delle stalle e sappiamo che si prenderà ogni cura di Leonie e della piccola. Questo ci tranquillizza. Ma ci permetteremo ugualmente di passare a dare un’occhiata per verificare con i nostri occhi che tutto vada per il meglio.
No, al contrario! Per noi la WEGA è una tradizione! Ci si va sin da bambini. E oggi ci andiamo con i nostri figli, soprattutto al mercato e ai divertimenti.
Conny e Roland Berger, genitori di Leon (9) e Elias (7), sono titolari di un’azienda agricola biologica ad Altnau (TG), sulle rive del Lago di Costanza, che gestiscono con l’aiuto dei genitori di Roland, Monika e Fritz Berger. Su 18.5 ettari producono foraggio per una mandria di 20 vacche madri, oltre a mais e frumento per l’alimentazione umana. Con le vacche madri e i vitelli, nella fattoria vivono anche un cane e diversi gatti.
I rami dell’azienda sono la campicoltura, l’allevamento di vacche madri e la para-agricoltura. Quest’ultima comprende l’organizzazione di banchetti e eventi analoghi, pernottamenti (camere, un dormitorio per gruppi o scuole, piazzuole per camper o tende) e la vendita diretta dei prodotti della fattoria.
Più informazioni su www.hofseealp.ch